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Alimenti ed integratori alimentari: categorie di appartenenza

Alimenti ed integratori alimentari: categorie di appartenenza

L’appartenenza alla categoria degli alimenti o integratori alimentari di prodotti per la vendita in un esercizio commerciale di erboristeria non può essere desunta da elementi presuntivi essendo -invece – indispensabile il supporto di certificazioni scientifiche che comprovino l’appartenenza di tali prodotti esteri alla categoria degli alimenti o a quella degli integratori alimentari.

Con la sentenza che precede, il Giudice di pace di Milano ha ritenuto che la mancanza di etichetta in lingua italiana, sui prodotti stranieri posti in vendita in un esercizio commerciale di erboristeria, non configura la violazione dell’art. 3, D.Lgs. n. 109/92, laddove nessuna prova scientifica, circa l’appartenenza di tali prodotti alla categoria degli alimenti ovvero a quella degli integra-tori alimentari, è stata fornita dall’opposta.
Nel caso in esame è accaduto che la ASL “Città di Milano” abbia ingiunto all’opponente titolare di un esercizio di erboristeria il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria di € 1.549,00, oltre spese di notifica, in quanto il medesimo avrebbe violato l’art. 3, D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 109 «ponendo in vendita prodotti alimentari con etichette riportanti indicazioni non in lingua italiana».
Come si è sopra esposto, il Giudice di pace di Milano ha ritenuto che nessuna violazione del citato articolo sia intervenuta nel caso in esame posto che, l’appartenenza del prodotto de quo alla categoria dei prodotti alimentari ovvero a quella degli integratori alimentari, alla quale la normativa suddetta fa riferimento, non è stata provata dall’opposta secondo criteri e documenti scientifici.
Appare evidente che il thema decidendum sottoposto all’attenzione del Giudice di pace di Milano debba muovere dall’individuare se il prodotto “incriminato” appartenga o meno alla categoria dei prodotti alimentari preconfezionati ai quali l’art. 3, D.Lgs. n. 109/92 fa esplicito ri-ferimento e per i quali è prevista – in ordine alle indicazioni – l’etichettatura in lingua italiana.

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