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Impianti di distribuzione di prodotti petroliferi e tutela cautelare atipica

Impianti di distribuzione di prodotti petroliferi e tutela cautelare atipica

Mentre il vento delle liberalizzazioni lambisce anche il settore della distribuzione di prodotti petroliferi, portando a risultati che devono essere ancora tutti verificati concretamente, si segnala una recentissima pronuncia del Tribunale di Milano, sezione distaccata di Rho, che apre nuove strade nel settore.

Il provvedimento prende le mosse da una tipica vertenza tra gestore e proprietà dell’impianto di distribuzione, nel caso di specie particolarmente ampio e collegato ad altre attività, sempre affidate  al  medesimo gestore attraverso separati contratti di affitto di ramo aziendale.

A seguito di varie inadempienze del gestore, la proprietà comunica la decisione di avvalersi della clausola risolutiva espressa prevista  dal contratto di comodato d’uso dell’impianto e domanda il rilascio. Il gestore si oppone ma, nel frattempo, a causa delle difficoltà economiche attraversate, interrompe l’attività di rivendita di carburanti. La proprietà si rivolge allora al Tribunale, domandando in via d’urgenza che venga ordinata l’immediata riconsegna dell’impianto di distribuzione e delle collegate attività ed il Tribunale accoglie la richiesta.

La novità sta nel provvedimento adottato, che ha pochi precedenti, almeno nel settore della distribuzione di prodotto petroliferi.

Abbiamo scelto la strada del provvedimento d’urgenza“ – dichiara l’avvocato Alessandro Fano, specializzato nel settore della distribuzione petrolifera e partner dello studio legale Mondini Rusconi –  perché consapevoli, assistendo numerose imprese del settore, che la misura tipica rappresentata dal sequestro giudiziario si rivela talvolta inadeguata ad apprestare una efficace tutela anticipatoria per la società concedente. La gestione prettamente conservativa alla quale si deve ispirare il custode giudiziario nominato  spesso non consente di preservare efficacemente l’avviamento di complessi aziendali così articolati quali quello in discussione, che richiedono, proprio per le loro caratteristiche peculiari, una conduzione particolarmente dinamica ed una approfondita conoscenza del settore ”. 

La domanda cautelare si fonda proprio sulla necessità di impedire che i disservizi del gestore portino, nel tempo occorrente per far valere in via ordinaria il diritto, ad una completa dispersione dell’avviamento.

Si tratta di un provvedimento per certi versi innovativo – aggiunge l’avvocato Alessandro Fano –  perché si pone nel solco di alcune recenti pronunce che, partendo dalla natura  del complesso aziendale e dei servizi che vengono erogati, riconoscono l’ammissibilità della tutela cautelare atipica  per preservare, in via anticipatoria, la produttività e funzionalità dell’impianto, altrimenti compromessa in modo non interamente risarcibile per equivalente se si dovesse attendere  l’esito di un giudizio ordinario.

Impianti collocati su direttrici di grande traffico o in aree a vocazione industriale hanno una clientela molto vasta, che va dall’automobilista privato alle grandi imprese di autotrasporto che garantiscono ogni mese volumi di acquisto di prodotto molto elevati. Le inadempienze del gestore, fino alla chiusura non autorizzata dell’impianto, rischiano di compromettere in modo irrecuperabile questi rapporti, senza dimenticare il pericolo di una revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività da parte delle autorità competenti.

Il provvedimento cautelare concesso, permettendo alla proprietà di riprendere celermente possesso dell’area, consente l’immediato rilancio dell’attività, anche attraverso nuovi investimenti produttivi ed in riscorse umane,  fatto questo non trascurabile in momenti di crisi quali quelli che stiamo vivendo.

L’auspicio – conclude il legale – è che questo orientamento si consolidi ulteriormente,  rappresentando al momento l’unica risposta efficace per scongiurare il pericolo che i disservizi del gestore possano provocare danni irreparabili, ostacolando l’erogazione di servizi fondamentali per la collettività e vanificando gli investimenti, spesso rilevantissimi, che caratterizzano questo settore di attività.

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