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Tavolo “Doing business”: il resoconto sommario della Comissione Giustizia del Senato

Tavolo “Doing business”: il resoconto sommario della Comissione Giustizia del Senato

Legislatura 16º – 2ª Commissione permanente – Resoconto sommario n. 306 del 17/04/2012


PROCEDURE INFORMATIVE

Comunicazioni del sottosegretario per la giustizia Zoppini, sull’istituzione presso il Ministero della giustizia di un tavolo di consultazione permanente nell’ambito del programma: “doing business: profili regolatori”

Il presidente BERSELLI, nell’introdurre l’audizione odierna, ricorda che nella seduta di mercoledì 11 aprile la Commissione, in considerazione di un comunicato apparso sul sito internet del Ministero della giustizia relativo alla costituzione presso il Ministero di un tavolo permanente, ha concordato sull’esigenza di convocare il rappresentante del Governo per riferire puntualmente sul contenuto, gli obiettivi e i limiti di tale soggetto con riguardo al rapporto “doing business“.

Il sottosegretario ZOPPINI fornisce preliminarmente chiarimenti in ordine al contenuto del rapporto “doing business” pubblicato annualmente dalla Banca mondiale e relativo agli ostacoli alle attività d’impresa in circa 180 Paesi del mondo. Nell’evidenziare come secondo tale rapporto l’Italia si sia classificata ottantasettesima, illustra puntualmente i singoli fatto di criticità rilevati in relazione agli indicatori (starting and business, getting credit, protecting investors, ecc.) utilizzati dalla Banca mondiale per la predisposizione del rapporto. Ricorda peraltro come già nel lontano 2004 la Francia abbia espresso profonde perplessità sui criteri di valutazione e quindi sugli indicatori utilizzati, nella predisposizione di tale rapporto. Illustra quindi le modalità di predisposizione da parte della Banca mondiale del rapporto più volte citato. In particolare ogni anno tale organismo internazionale inoltra a soggetti qualificati (istituzioni; singoli studi legali; associazioni delle categorie produttive, ecc.) un questionario al quale gli interpellati devono rispondere. In questo contesto il ruolo del tavolo permanente è quello di coordinare tali soggetti al fine, in primo luogo, di chiarire le peculiarità del nostro ordinamento in vista della materiale predisposizione del questionario. Per quanto concerne l’esclusione del mondo forense rileva come singoli avvocati siano stati coinvolti a livello del Ministero delle attività produttive.

La senatrice ALLEGRINI (PdL) chiede che sia chiarito in base a quali criteri siano scelti gli avvocati ai quali inoltrare i questionari.

Si associa a tale richiesta anche il senatore CALIENDO (PdL).

Il sottosegretario ZOPPINI precisa che l’individuazione degli avvocati chiamati a rispondere al questionario compete alla Banca mondiale e non dipende dal Governo italiano. Il tavolo permanente istituito a livello ministeriale è volto a coinvolgere unicamente i soggetti destinatari del questionario. Cosa ben diversa è invece la riflessione che sta maturando a livello ministeriale circa l’esigenza di modificare l’ordinamento interno al fine di migliorare la competitività del Paese e per la quale sono stati già coinvolti i soggetti rappresentativi dell’avvocatura.

Il senatore LI GOTTI (IdV) rileva criticamente come il coinvolgimento degli avvocati si sia nei fatti concretizzato in una mera richiesta di chiarimenti e di proposte da rendersi per iscritto.

Il sottosegretario ZOPPINI ribadisce come non si debba confondere l’attività del tavolo permanente con le singole iniziative che saranno assunte a livello ministeriale. In relazione ai temi specifici il ministero ha chiesto alle associazioni rappresentative degli avvocati di fornire fin da ora proposte e suggerimenti di intervento, per iscritto.

La senatrice ALBERTI CASELLATI (PdL) ricorda come il Governo precedente per la prima volta nella storia del Paese abbia inserito la riforma della giustizia civile nell’ambito del più ampio e complessivo intervento per il rilancio economico del Paese, cogliendo quindi l’evidente interconnessione fra economia e capacità di attrazione degli investimenti internazionali da un lato e funzionamento della giustizia civile dall’altro. In occasione della riforma del processo civile però l’Esecutivo di allora ha giustamente coinvolto a pieno titolo gli operatori del diritto. A suo parere è infatti assurdo discutere di un’eventuale riforma delle procedure esecutive, come si rileva nel comunicato del Ministero della giustizia senza consentire la partecipazione al tavolo degli operatori del diritto ed in particolare di avvocati e magistrati.

Dopo che il presidente BERSELLI ha rilevato come si tratti di un problema non solo di merito ma soprattutto di metodo, il senatore LI GOTTI (IdV) osserva che nel corso della riunione del tavolo permanente, alla luce dei verbali inviati all’Associazione nazionale forense, si sia discusso non già genericamente del questionario ma di singoli e puntuali interventi di riforma del codice di procedura civile ed in particolare dell’introduzione di una cauzione per i decreti ingiuntivi, di modifiche all’articolo 190 ecc. E’ inconcepibile quindi che a decidere su come modificare le procedure esecutive siano “i clienti” e non gli operatori del diritto.

Il senatore BENEDETTI VALENTINI (PdL) ritiene che si tratti di un problema di metodo e che il rappresentante del Governo debba chiarire per quale ragione il Ministero abbia escluso dal tavolo permanente le rappresentanze degli operatori del diritto, non solo avvocati e magistrati ma anche personale di cancelleria. Si tratta di una questione politica che merita risposta. E’ inaccettabile che il coinvolgimento di avvocati – peraltro non si comprende per quale ragione siano auditi unicamente avvocati di grandi studi e non singoli professionisti che quotidianamente si confrontano con le problematiche connesse alla giustizia civile – sia stato attuato a livello di Ministero dello sviluppo economico. E’ necessario un maggiore coinvolgimento diretto del Ministero della giustizia in tutte le questioni che afferiscono al funzionamento della macchina giudiziaria, al fine di evitare ulteriori situazioni spiacevoli per le quali modifiche di rilievo finiscono per confluire in disegni di legge di più ampia portata. Conclude chiedendo l’impegno politico del Ministero ad integrare il tavolo permanente con i rappresentanti del mondo forense ed in particolare per quanto riguarda l’avvocatura del Consiglio nazionale forense e dell’Organismo unitario dell’avvocatura.

Il senatore MUGNAI (PdL) concorda pienamente con le considerazioni finora svolte. Esprime in particolare un giudizio fortemente critico sulla modalità di scelta dei componenti del tavolo permanente. A suo parere è inconcepibile che su questioni afferenti anche alla tutela dei diritti, sia un soggetto internazionale terzo a dettare l’agenda ministeriale con il coinvolgimento unicamente di associazioni imprenditoriali. Ritiene comprensibili le vive perplessità palesate dalla Francia sui criteri e i parametri utilizzati per la predisposizione del rapporto.

Il sottosegretario ZOPPINI ritiene meritevole di attenzione la riserva francese circa l’esigenza di promuovere un modello europeo per la predisposizione del rapporto “doing business”, ribadisce come il tavolo permanente svolga unicamente una funzione “di spiegazione”, senza alcuna pretesa di svolgere attività normativa. Le iniziative normative non possono che promanare dal Ministero e non dal tavolo permanente. In tale riflessione de jure condendo è stato previsto il coinvolgimento degli avvocati.

Il senatore LI GOTTI (IdV) si domanda per quale ragione tale coinvolgimento si sia sostanziato in una mera richiesta da fornire per iscritto di proposte e suggerimenti e non in un’effettiva partecipazione ai lavori di un’eventuale tavolo tecnico.

Il sottosegretario ZOPPINI precisa che un tavolo tecnico per la valutazione di eventuali iniziative normative non sia stato ancora istituto. Il tavolo permanente del quale si parla nel comunicato è quello chiamato a coordinare le risposte da rendere alla Banca mondiale sul questionario inviato.

Il senatore LI GOTTI (IdV) si domanda per quale ragione, se sono vere le ultime dichiarazioni del sottosegretario Zoppini, in occasione della prima riunione del tavolo permanente si sia discusso di modifiche a singoli istituti del diritto processuale esecutivo civile. Chiede poi al rappresentante del Governo di chiarire se alle prossime riunione del tavolo permanente saranno invitati anche i rappresentanti dell’avvocatura.

Il sottosegretario ZOPPINI assicura che di tale suggerimento si terrà conto in occasione della predisposizione delle risposte al questionario nel marzo 2013.

Il senatore CALIENDO (PdL) chiede di sapere chi sia stato coinvolto della Banca d’Italia nel tavolo permanente in particolare se si sia trattato del servizio studi o degli uffici alle dirette dipendenze del Governatore.

Dopo un ulteriore dibattito sul tenore del tavolo permanente e sulle attività da questo portate avanti, nel quale intervengono i senatori LI GOTTI (IdV) e CALIENDO (PdL) e in replica il sottosegretario ZOPPINI, la senatrice ALBERTI CASELLATI (PdL) chiede che sia affermata o negata l’esistenza del tavolo permanente.

Il sottosegretario ZOPPINI osserva come un tavolo permanente in quanto tale non esista, dovendo essere convocato. Tale organo in ogni caso è tenuto a riunirsi annualmente.

Il senatore LI GOTTI (IdV) si domanda per quale ragione allora nel corso della riunione si sia discusso di puntuali riforme del processo esecutivo.

Il presidente BERSELLI chiede quando sia nata l’esigenza di istituire un tavolo permanente in relazione al questionario della Banca mondiale relativo al rapporto “doing business”. Chiede in particolare di sapere se anche il precedente Esecutivo avesse avviato analoghe iniziative. Tenuto conto dell’esigenza palesata dal sottosegretario Zoppini di doversi recare presso l’altro ramo del Parlamento, dichiara conclusa la procedura informativa.

Fonte: Senato della Repubblica

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