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Art. 653 — Efficacia della sentenza penale [di assoluzione] nel giudizio disciplinare

Art. 653 — Efficacia della sentenza penale [di assoluzione] nel giudizio disciplinare

1. La
sentenza penale irrevocabile
di assoluzione [pronunciata in seguito a
dibattimento ]
ha efficacia di
giudicato nel giudizio per
responsabilità disciplinare davanti alle pubbliche autorità quanto all’accertamento che il fatto non sussiste o non costituisce illecito penale ovvero che l’imputato non lo ha commesso.

1-bis. La sentenza penale irrevocabile di condanna ha efficacia di giudicato nel giudizio per responsabilità disciplinare davanti alle pubbliche autorità quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso .

L’eventuale comma dell’articolo ricompreso fra parentesi quadre è stato abrogato.

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Aggiornato al 1 gennaio 2020
Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.
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Massime correlate

Cass. pen. n. 6989/1995

L’art. 653 c.p.p., attribuendo efficacia preclusiva nel giudizio disciplinare soltanto al giudicato delle sentenze dibattimentali di assoluzione contenenti l’accertamento che il fatto non sussiste o che l’imputato non lo ha commesso, esclude, per ciò stesso, l’attribuibilità della medesima efficacia preclusiva alle sentenze dibattimentali di assoluzione pronunciate con formule diverse di grado inferiore, secondo l’ordine di cui all’art. 530 c.p.p. Ne consegue che l’imputato, assolto perché il fatto non è preveduto dalla legge come reato, ha interesse a procurarsi, a mezzo dell’impugnazione, l’assoluzione con una delle formule che lo preservano dalla conseguenza pregiudizievole extrapenale dell’assoggettamento a giudizio disciplinare. [Nella specie è stato ritenuto ammissibile, ai sensi dell’art. 568 comma quarto c.p.p., ma dichiarato inammissibile nel merito, il ricorso di un ufficiale di polizia giudiziaria, assolto dal reato di istigazione alla corruzione, previsto dall’art. 322 c.p., così modificata l’originaria imputazione di tentata concussione, perché il fatto non è preveduto dalla legge come reato, essendo stato il fatto commesso prima dell’entrata in vigore dell’art. 12 legge 16 aprile 1990, n. 86, mod. dall’art. 3 legge 7 febbraio 1992 n. 181].

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