Cass. civ. n. 13968 del 30 giugno 2005
Testo massima n. 1
In relazione alle opposizioni all'esecuzione in cui si deduca l'assoluta impignorabilità dei beni, in quanto strumenti di lavoro assolutamente indispensabili per l'esercizio di arti, mestieri e professioni, l'impignorabilità va esclusa se non risulti il rapporto di strumentale indispensabilità in senso naturalistico e proprio. Ne consegue che il limite dell'impignorabilità non opera con riferimento a beni che, pur correlati all'attività del debitore, costituiscano dotazione sovrabbondante rispetto alle normali esigenze del suo esercizio o quando il debitore tragga da altra attività redditi sufficienti.
Testo massima n. 2
L'impignorabilità prevista dall'art. 514, n. 4, c.p.c., avendo lo scopo di non privare il debitore della possibilità di vivere con il proprio lavoro, è applicabile anche alle piccole imprese, prevalendo in esse il fattore personale su quello capitalistico; viceversa non sussiste con riferimento alle imprese in cui il fattore capitale sia prevalente rispetto a quello personale costituito dal lavoro dell'imprenditore. (Nella specie la Suprema Corte ha confermato la sentenza di merito che, dopo avere rilevato che nell'attività imprenditoriale oltre l'imprenditore erano impiegate altre quattro persone e che il capitale investito era di ottanta milioni di lire, ha ritenuto che l'art., 514 c.p.c. fosse applicabile in situazioni meno articolate, caratterizzate dalla prevalenza dell'attività del debitore).