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Articolo 551 Codice di procedura civile — Intervento

Articolo 551 Codice di procedura civile — Intervento

L’intervento di altri creditori è regolato a norma degli articoli 525 e seguenti.

Agli effetti di cui all’articolo 526 l’intervento non deve avere luogo oltre la prima udienza di comparizione delle parti.

L’eventuale comma dell’articolo ricompreso fra parentesi quadre è stato abrogato.

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Aggiornato al 1 gennaio 2020
Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.
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Massime correlate

Cass. civ. n. 16/2000

Nell’espropriazione presso terzi, l’oggetto del pignoramento è costituito non dalla quota del credito per il quale l’esecutante agisce in forza del titolo esecutivo notificato (art. 543 c.p.c.), ma la somma di cui il terzo è debitore, costituendo il credito indicato dall’esecutante soltanto il limite della pretesa fatta valere in executivis, sicché l’intervento di altri creditori ai sensi dell’art. 551 c.p.c., incontra nella distribuzione l’unico limite delle somme dovute dal terzo, ma non anche l’ulteriore limite del credito per il quale ha agito in executivis il creditore pignorante. Tale principio trova applicazione anche a favore del creditore pignorante intervenuto.

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Cass. civ. n. 798/1999

Nella esecuzione forzata per espropriazione mobiliare presso terzi di un credito, l’ammontare del credito per cui si procede non assume la funzione di limitare l’oggetto del pignoramento alla corrispondente parte del maggior credito indicato nell’atto di pignoramento come oggetto dello stesso, onde, qualora il terzo faccia dichiarazione positiva dell’esistenza del credito, i creditori intervenuti possono soddisfare i loro crediti sull’intera somma oggetto del credito pignorato. (Nella specie il creditore procedente aveva genericamente pignorato le somme dovute dal terzo al debitore quale suo tesoriere, senza limitare il pignoramento all’ammontare corrispondente al suo credito).

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Cass. civ. n. 4584/1995

Nella esecuzione presso terzi di somme di denaro o di prestazioni continuative di somme di denaro oggetto del pignoramento è non tanto una quota pari al credito per il quale l’esecutato agisce in forza del titolo esecutivo notificato, quanto la somma, unitaria e frazionata nel tempo, di cui il terzo è debitore. Il credito indicato dall’esecutante, a norma dell’art. 543, comma 2, n. 1, c.p.c., costituisce, infatti, soltanto il limite della pretesa fatta valere in executivis, sicché l’intervento di altri creditori, previsto dall’art. 551 c.p.c. — il quale rinvia agli artt. 525 e seguenti — incontra, nella distribuzione, l’unico limite delle somme dovute dal terzo, ma non anche l’ulteriore limite del credito per il quale ha agito in executivis il creditore pignorante.

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