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Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2587 del 27 febbraio 1998

Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2587 del 27 febbraio 1998

Testo massima n. 1

Ai fini della ravvisabilità del tentativo, i requisiti della idoneità e della univocità degli atti devono potersi rilevare obiettivamente dalla condotta degli agenti e dalle modalità degli atti da loro posti in essere, senza che, a tal fine, possa farsi riferimento alle intenzioni, dagli stessi eventualmente formulate. Ne consegue che al giudice non è consentito di conferire idoneità e univocità di direzione ad atti che, di per sè stessi, non sono né idonei né univoci, attraverso il riferimento ai propositi interni degli agenti, dei quali non si abbia conoscenza attraverso dati obiettivamente rilevabili, ma che siano conosciuti soltanto attraverso le ammissioni degli imputati. Diversamente operando, si finirebbe inevitabilmente per conferire rilievo penale ad atti di volizione interna che possono essere valutati soltanto ai fini dell’esistenza dell’elemento psicologico, ma non anche ai fini della ravvisabilità dell’elemento materiale del reato. [ Nella specie, relativa a tentata rapina, gli imputati si sono limitati ad ispezionare la villa dall’esterno senza porre in essere alcuna altra attività concreta diretta ad introdurvisi ].

Testo massima n. 1

Risponde del reato di omicidio a titolo di dolo eventuale – una volta accertato che l’evento mortale, riconducibile alla condotta volontariamente posta in essere, fosse prevedibile – l’agente che abbia accettato il rischio del suo avverarsi pur di portare a termine l’azione criminosa. [ Nella fattispecie, relativa a vittima morta soffocata in seguito ad imbavagliamento cui era stata sottoposta dai rapinatori, la Corte ha affermato il principio distinguendo l’ipotesi dell’omicidio preterintenzionale – in cui la morte del soggetto passivo del reato deve essere, seppure non voluta, conseguenza di una condotta intenzionalmente diretta a ledere – e l’ipotesi della morte come conseguenza di altro delitto, in cui l’evento è conseguenza non presente nella cosciente determinazione del reo neanche a livello di possibilità ].

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