14 Mag Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18940 del 20 aprile 2017
Testo massima n. 1
In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, qualora una chiamata in correità riguardi la condotta di partecipazione al sodalizio o di direzione dello stesso, un riscontro esterno individualizzante – idoneo, ai sensi dell’art. 192, comma terzo, cod. proc. pen. a conferire alla chiamata valore di prova -, è costituito dalla partecipazione del singolo chiamato alla consumazione dei delitti fine dell’associazione, atteso che, attraverso tale condotta, si manifesta il ruolo effettivo e dinamico del singolo nel gruppo criminale, e, quindi, la sua adesione ad esso.
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Testo massima n. 2
In tema di chiamata in correità relativa al delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, i rapporti – consistenti in contatti, relazioni e frequentazioni – del chiamato con altri esponenti della organizzazione criminale e con i soggetti posti in posizione verticistica, sono, in principio, inidonei, da soli, a fondare la pronuncia di responsabilità per il suddetto reato; tuttavia, in presenza di una chiamata ritenuta intrinsecamente attendibile ed in mancanza di un possibile significato alternativo, le relazioni qualificate costituiscono elementi idonei a rappresentare riscontro esterno individualizzante ai sensi dell’art. 192, comma terzo, cod. proc. pen., ed a fondare la pronuncia di affermazione di responsabilità.
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