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Cassazione civile Sez. Lavoro sentenza n. 5221 del 7 marzo 2007

Cassazione civile Sez. Lavoro sentenza n. 5221 del 7 marzo 2007

Testo massima n. 1

In tema di danno esistenziale dedotto dal lavoratore nei confronti del datore di lavoro — di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile, provocato sul fare areddituale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all’espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno —, il giudice può far ricorso alle presunzioni semplici, in quanto costituiscono una prova completa su cui basare il proprio convincimento, ma è necessario che la parte alleghi elementi di fatto i quali, per poter essere valorizzati come fonti di presunzione, devono presentare i requisiti, ex art. 2729 c.c., di precisione, gravità e concordanza, sì che da essi il giudice possa desumere, secondo un criterio di normalità, l’esistenza del fatto ignoto. [ Nella specie, la Suprema Corte ha confermato la decisione della corte territoriale che aveva escluso il danno esistenziale lamentato da una lavoratrice a causa della condotta omissiva datoriale che non aveva dato seguito, e neppure risposto, alla domanda di trasformazione del rapporto di lavoro da full-time in part-time, escludendo il nesso di causalità con la condotta omissiva contestata, per essersi la lavoratrice limitata a produrre in giudizio documentazione medica con diagnosi di astenia, verosimilmente riconducibile a stress, senza alcun ulteriore elemento che consentisse di ricollegare il predetto disturbo, quantomeno con rilevante probabilità, alla lamentata condotta omissiva ].

Testo massima n. 2

La responsabilità ex art. 2087 c.c. è configurabile quando la lesione del bene tutelato derivi dalla violazione dell’obbligo che incombe al datore di lavoro di adottare idonee misure a tutela della salute del lavoratore subordinato e della personalità morale, e di controllare e vigilare che esse siano osservate da parte dei lavoratori, trattandosi, pur sempre, di misure antinfortunistiche, richieste dalle oggettive caratteristiche dell’attività di lavoro e dalle condizioni dei singoli lavoratori, non riscontrabili ove la violazione dedotta attenga a doveri di contenuto diverso e niente affatto riferibili, alla tutela delle condizioni fisiche e della personalità morale dei dipendenti. [ Nella specie, la Suprema Corte ha confermato la decisione della corte territoriale che aveva escluso la responsabilità datoriale,
ex art. 2087 c.c., per asserita violazione dell’obbligo di mantenere comportamenti atti a tutelare la dignità e la personalità morale della lavoratrice, affetta da astenia a causa della condotta omissiva datoriale per non aver dato seguito, e neppure risposto, alla domanda di trasformazione del rapporto di lavoro da full-time a part-time ].

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