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Art. 2042 — Carattere sussidiario dell’azione

Art. 2042 — Carattere sussidiario dell’azione

L’azione di arricchimento non è proponibile quando il danneggiato può esercitare un’altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito.

L’eventuale comma dell’articolo ricompreso fra parentesi quadre è stato abrogato.

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Aggiornato al 1 gennaio 2020
Il testo riportato è reso disponibile agli utenti al solo scopo informativo. Pertanto, unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana che prevale in casi di discordanza rispetto al presente.
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Massime correlate

Cass. civ. n. 11038/2018

Il carattere sussidiario dell’azione di indebito arricchimento comporta che essa non possa essere esperita, non soltanto quando sussista un’altra azione tipica esperibile dal danneggiato nei confronti dell’arricchito, ma anche quando vi sia originariamente un’azione sperimentabile contro persone diverse dall’arricchito che siano obbligate per legge o per contratto, secondo una valutazione da compiersi, anche d’ufficio, in astratto e perciò prescindendo dalla previsione del suo esito. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto non esperibile l’azione di indebito arricchimento nei confronti di un Comune da parte dell’assuntore del servizio di custodia di auto rimosse e non ritirate, attesa la possibilità per quest’ultimo di procedere al recupero dei crediti nei confronti dei proprietari delle medesime auto).

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Cass. civ. n. 26199/2017

L’azione generale di arricchimento ingiustificato ,avendo natura sussidiaria, può essere esercitata solo quando manchi un titolo specifico sul quale fondare un diritto di credito, con la conseguenza che il giudice, anche d’ufficio, deve accertare che non sussista altra specifica azione per le restituzioni ovvero per l’indennizzo del pregiudizio subito, contro lo stesso soggetto arricchito o contro soggetti terzi. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito, che aveva respinto la domanda di ingiustificato arricchimento in relazione ad un servizio pubblico a favore di un comune, stante la possibilità di agire nei confronti del dipendente o dell’amministratore dell’ente che aveva consentito l’espletamento).

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Cass. civ. n. 2350/2017

La proponibilità dell’azione generale di indebito arricchimento, in relazione al requisito di sussidiarietà di cui all’art. 2042 c.c., postula semplicemente che non sia prevista nell’ordinamento giuridico altra azione tipica a tutela di colui che lamenti il depauperamento, ovvero che la domanda sia stata respinta sotto il profilo della carenza “ab origine” dell’azione proposta, per difetto del titolo posto a suo fondamento. (Nella specie, la S.C. ha ricondotto a quest’ultima ipotesi il caso di un contratto concluso da ente pubblico e ritenuto invalido per difetto di previa delibera autorizzativa alla stipula).

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Cass. civ. n. 4620/2012

Presupposto per proporre l’azione di ingiustificato arricchimento è la mancanza di una azione tipica, per tale dovendosi intendere o quella che deriva da un contratto, o quella che sia prevista dalla legge con riferimento ad una fattispecie determinata. Ne consegue che è ammissibile l’azione di arricchimento quando l’azione, teoricamente spettante all’impoverito, sia prevista da clausole generali, come la domanda di risarcimento del danno per responsabilità precontrattuale.

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Cass. civ. n. 29916/2011

L’azione generale di arricchimento non è proponibile quando il danneggiato avrebbe potuto esercitare un’azione tipica e questa si è prescritta. (Principio affermato dalla S.C. riguardo alla domanda di ricalcolo dell’indennità premio di servizio, con computo del riscatto degli anni di laurea, avanzata da un dipendente USL oltre il termine di prescrizione quinquennale ex art. 19 del r.d. 2 novembre 1933, n. 2418).

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Cass. civ. n. 4492/2010

Il carattere sussidiario dell’azione generale di arricchimento e la conseguente non proponibilità di essa da parte del danneggiato che abbia altro rimedio per farsi indennizzare del pregiudizio subito, non precludono la possibilità di introdurre l’azione stessa in via subordinata, per il caso in cui l’azione tipica proposta in via principale abbia esito negativo per carenza del titolo posto a suo fondamento

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Cass. civ. n. 8020/2009

L’azione generale di arricchimento, presupponendo che la locupletazione di un soggetto a danno dell’altro sia avvenuta senza giusta causa, ha carattere sussidiario e, pertanto, è inammissibile nel caso in cui sia stata proposta domanda ordinaria, fondata su titolo contrattuale, senza offrire prove sufficienti all’accoglimento, oppure quando la domanda ordinaria, dopo essere stata proposta, non sia stata più coltivata dall’interessato. (Nella specie, il giudice di primo grado aveva rigettato la domanda fondata sul titolo contrattuale, accogliendo quella ex art. 2041 c.c., proposta in via alternativa; avendo il convenuto proposto appello, e non avendo l’attore riproposto la prima domanda ai sensi dell’art. 346 c.p.c., la S.C., in applicazione dell’anzidetto principio, ha confermato la sentenza di appello, che aveva rigettato anche la seconda domanda).

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Cass. civ. n. 28042/2008

L’azione di arricchimento senza causa ha carattere sussidiario ed è quindi inammissibile, ai sensi dell’art. 2042 cod. civ., allorché chi la eserciti, secondo una valutazione da compiersi in astratto e perciò prescindendo dalla previsione del suo esito, possa esercitare un’altra azione per farsi indennizzare il pregiudizio subito. (Principio affermato dalle S.U. in materia di revisione del prezzo nell’appalto di opere pubbliche, potendo l’appaltatore far valere la propria pretesa con apposita azione avanti all’A.G.O. o al G.A., a seconda che la situazione giuridica azionata sia configurabile quale diritto soggettivo o interesse legittimo).

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Cass. civ. n. 20747/2007

L’azione di arricchimento senza causa, ai sensi dell’art. 2041 c.c., ha carattere sussidiario e, quindi, non è proponibile quando il danneggiato può esercitare azioni tipiche per farsi indennizzare del pregiudizio subito; la valutazione dell’esistenza delle altre azioni va effettuata in astratto, prescindendo dall’esito concreto delle stesse. (Nella specie, è stata confermata la decisione di merito che, in tema di contratti agrari, aveva rigettato la domanda di pagamento dell’indennizzo di cui all’art. 2041 c.c., essendo proponibile l’azione specifica per il pagamento dell’indennità di miglioramento fondiario prevista dall’art. 17 della legge n. 203 del 2002; la S.C. ha anche affermato la diversità delle due azioni quanto ai fatti materiali ed all’oggetto delle rispettive pretese, poiché mentre l’indennizzo per i miglioramenti dev’essere rapportato all’aumento del valore di mercato conseguito dal fondo a seguito dei miglioramenti effettuati, l’indennizzo per arricchimento senza causa dev’essere rapportato, nei limiti dell’arricchimento ricevuto dal concedente, all’importo della diminuzione patrimoniale, cioè alle spese sostenute dall’affittuario).

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Cass. civ. n. 17647/2007

L’azione di arricchimento può essere proposta in via subordinata rispetto all’azione contrattuale proposta in via principale soltanto qualora l’azione tipica dia esito negativo per carenza ab origine dell’azione stessa derivante da un difetto del titolo posto a suo fondamento, ma non anche nel caso in cui il contratto dedotto in giudizio, validamente stipulato tra le parti, si sia rivelato improduttivo di effetti a causa del mancato avveramento della condizione ad esso apposta con il conseguente rigetto nel merito della domanda di adempimento proposta sulla base dell’asserito fittizio avveramento della condizione.

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Cass. civ. n. 11835/2003

L’azione generale di arricchimento non può essere proposta quando il soggetto che si è arricchito è diverso da quello con il quale chi compie la prestazione ha un rapporto diretto, in quanto in questo caso l’eventuale arricchimento costituisce solo un effetto indiretto o riflesso della prestazione eseguita, essendo altresì carente anche il requisito della sussidiarietà (art. 2042, c.c.), che non sussiste qualora il danneggiato possa esperire un’azione tipica nei confronti dell’arricchito o di altri soggetti, che siano obbligati nei suoi confronti ex lege o in virtù di un contratto. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che aveva escluso l’esperibilità dell’azione di arricchimento nei confronti del proprietario del suolo da parte di un soggetto che aveva realizzato su di esso delle opere su incarico conferitogli da un terzo).

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Cass. civ. n. 6647/2002

L’azione di indebito arricchimento, ai sensi dell’art. 2042 c.c., ha carattere sussidiario e non è esercitabile quando il danneggiato possa esperire un’altra azione tipica nei confronti dell’arricchito o di altre persone che siano obbligate per legge o per contratto nei confronti dell’impoverito, sempre che ricorra l’unicità del fatto costitutivo dell’arricchimento e dell’impoverimento; pertanto, nel caso in cui il direttore dei lavoro di appalto, commissionati ad un ente pubblico, disponga l’esecuzione di opere extracontratto agendo quale falsus procurator dell’ente, l’appaltatore può farsi indennizzare da questi, ai sensi dell’art. 1398 c.c., del pregiudizio subito, con conseguente improponibilità dell’azione sussidiaria di ingiustificato arricchimento.

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Cass. civ. n. 6299/2000

L’azione generale di arricchimento ha natura complementare e sussidiaria, potendo essere esercitata solo quando manchi un titolo specifico sul quale possa essere fondato un diritto di credito, talché si differenzia da ogni altra azione, sia per presupposti che per limiti oggettivi, ed integra un’azione autonoma per diversità di petitum e di causa petendi rispetto alle azioni fondate su titolo negoziale o di altro genere. Ne consegue che il giudice al quale è richiesta l’emissione di una condanna al pagamento di somma di denaro a titolo d’indennità di requisizione non può accogliere la domanda stessa a titolo di arricchimento senza causa, né può ritenere la domanda di arricchimento implicitamente contenuta in quella espressamente formulata.

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Cass. civ. n. 7285/1996

La proponibilità dell’azione generale di arricchimento, la cui esperibilità va valutata in astratto, deve essere negata tutte le volte che il depauperato abbia a disposizione altra azione utile per farsi indennizzare del pregiudizio subito, a nulla rilevando che sia decaduto da essa o sia rimasto soccombente in giudizio per ragioni di rito o di merito, purché queste ragioni non attengano proprio all’originaria esercitabilità dell’azione, come nel caso in cui la pretesa basata su un contratto sia stata respinta per nullità del negozio stesso dovuta a difetto di forma o ad altra causa relativa alla carenza originaria dell’azione per difetto del titolo posto a suo fondamento.

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Cass. civ. n. 6981/1986

La proponibilità dell’azione generale di arricchimento, in relazione al requisito di sus-sidiarietà di cui all’art. 2042 c.c., non è esclusa dall’esperimento con esito negativo di altra azione tipica, qualora la relativa domanda sia stata respinta sotto il profilo della carenza ab origine dell’azione stessa (nella specie ex contractu) per difetto del titolo posto a suo fondamento. Pertanto, il rigetto della domanda di adempimento contrattuale, pronunziato per la mancanza delle particolari forme prevedute ad substantiam in relazione all’invocato contratto (nella specie: contratto d’opera professionale tra un comune e un ingegnere per la predisposizione di un progetto di costruzione), non preclude all’attore la possibilità di esperire l’azione di arricchimento nei confronti di chi abbia lucrato la prestazione eseguita nono¬stante l’inoperatività del vincolo contrattuale.

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Cass. civ. n. 1073/1974

L’azione prevista dall’art. 2041 c.c. ha carattere sussidiario, e a norma del successivo art. 2042 non può essere esperita non soltanto ove sussista altra azione del danneggiato contro l’arricchito, ma anche quando l’azione sia esperibile contro persone diverse, che sarebbero obbligate per legge o per contratto.

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