Data act: l’ambiguità dei servizi di elaborazione dati
La definizione di “servizio di elaborazione dati” ha generato incertezze applicative considerevoli, particolarmente nei casi limite.
Secondo il Data Act, un servizio di elaborazione dati è un servizio digitale che consente l’accesso a risorse IT configurabili, scalabili e flessibili. Deve essere disponibile ovunque, utilizzabile su richiesta e rapidamente attivabile/disattivabile con minimo sforzo amministrativo o interazione con il fornitore.
Quest’ultimo requisito, tuttavia, risulta particolarmente problematico. Infatti, un servizio che richieda un progetto di implementazione o modifica da parte del fornitore può considerarsi automaticamente escluso dall’ambito applicativo? Se tale intervento è necessario per utilizzare il servizio, difficilmente si può affermare che questo “possa essere rapidamente attivato e disattivato con minimo sforzo amministrativo”.
Ciò nonostamnte, il regolamento prevede che i servizi le cui caratteristiche principali sono personalizzate per soddisfare le esigenze specifiche di un singolo cliente siano soggetti solo a un’esenzione parziale dagli obblighi. Tale disposizione sembra contraddire l’interpretazione per cui la necessità di un progetto di implementazione escluda automaticamente il servizio dall’applicazione della norma. Il preambolo chiarisce, infatti, che l’intenzione è applicare il Data Act a un’ampia gamma di servizi di elaborazione dati, includendo non solo i noti modelli IaaS, PaaS e SaaS, ma anche altri tipi di servizi.
Per i fornitori di servizi, questa ambiguità sul perimetro applicativo è estremamente problematica. Implementare in via cautelativa tutti i requisiti del Data Act comporta inevitabilmente oneri amministrativi significativi e spesso richiede risorse sostanziali per lo sviluppo prodotto. Se successivamente si dovesse scoprire che il servizio non rientrava nell’ambito applicativo, questi sforzi e costi risulterebbero sprecati. D’altra parte, se sono state adottate le condizioni contrattuali obbligatorie previste dal Data Act – considerevolmente meno favorevoli per il fornitore, ad esempio in termini di periodi di preavviso – tornare alle condizioni precedenti potrebbe risultare praticamente impossibile o causare forte insoddisfazione tra gli utenti del servizio.