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Cassazione penale Sez. I sentenza n. 7451 del 24 giugno 1998

Cassazione penale Sez. I sentenza n. 7451 del 24 giugno 1998

Testo massima n. 1

In tema di conversione di decreto legge, all’introduzione di emendamenti nella legge di conversione non sempre può ricondursi la conseguenza di determinare automaticamente la perdita di efficacia ex tunc del decreto legge, né, correlativamente, quella di attribuire valore ex nunc al precetto della legge di conversione a mezzo del quale ha trovato ingresso la modificazione, dovendo, al contrario, aversi riguardo allo specifico contenuto degli emendamenti e alla reale portata dei mutamenti al testo del decreto. Pertanto, solo gli emendamenti sostitutivi [ o innovativi ] e quelli soppressivi, disponendo la riscrittura ovvero l’eliminazione della decretazione d’urgenza, hanno efficacia ex nunc, mentre quelli semplicemente modificativi, consistendo in una variazione che non investe il nucleo precettivo fondamentale della norma del decreto legge, si saldano con quest’ultima in modo continuo, sì che hanno efficacia ex tunc, decorrente dalla data della normazione di urgenza. [ Fattispecie relativa ai rapporti tra D.L. n. 59 del 1978 e legge di conversione n. 191 del 1978. In riferimento alla scissione, nella legge di conversione, dell’unica ipotesi delittuosa di cui all’art. 630 c.p. – sostituita dall’art. 2 del decreto legge con l’introduzione della figura del «sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione», – la S.C. ha ritenuto che vi fosse una mera modificazione del nomen juris, senza alcuna significativa alterazione degli elementi strutturali della fattispecie e pertanto ha riconosciuto efficacia ex tunc alla relativa disciplina. In riferimento, però, al comma quinto dello stesso art. 289 bis, che detta ex novo una speciale regolamentazione delle circostanze attenuanti, la S.C. ha ritenuto il suo carattere totalmente innovativo, riconoscendogli efficacia ex nunc ed escludendo la sua applicabilità nel processo, per essere esso entrato in vigore quando era definitivamente cessata la condotta criminosa, sì da non poterglisi riconoscere valore retroattivo, in quanto meno favorevole al reo ].

Testo massima n. 1

La fattispecie ipotizzata dall’art. 306 c.p. corrisponde a un reato plurisoggettivo a concorso necessario di carattere permanente, la cui consumazione si protrae nel tempo sino a quando perdura la partecipazione alla banda armata e nel quale la permanenza è interrotta solo quando sia raggiunta la prova dell’estromissione o del recesso della persona dall’associazione criminosa.

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