Cass. pen. n. 2845 del 30 giugno 1995
Testo massima n. 1
In tema di misure cautelari, in ordine al valore di riscontro che una dichiarazione accusatoria, resa da collaboratore di giustizia, assume nei confronti di altra chiamata in reità o correità, resa da altro soggetto parimenti qualificato, l'elemento richiesto dall'art. 192, comma terzo, c.p.p., per far assurgere ad elemento probatorio quanto dichiarato dai soggetti indicati ai commi terzo e quarto del citato articolo, può essere costituito da qualsiasi circostanza - non ponendo la legge, in merito, alcuna esclusione che non sia quella, implicita, della sua rilevanza - e, quindi, anche da altra dichiarazione accusatoria, sicché, salva la positiva dimostrazione del previo accordo menzognero tra i due dichiaranti, una dichiarazione in tal modo riscontrata è correttamente utilizzata ai fini di cui all'art. 273 c.p.p.