Cass. pen. n. 36036 del 27 luglio 2018
Testo massima n. 1
Ai fini della dichiarazione di abitualità nel reato prevista dall'art. 103 cod. pen., il giudice deve tenere conto anche delle pregresse sentenze di applicazione di pena concordata non superiore a due anni di pena detentiva.
Testo massima n. 2
Ai fini della dichiarazione di abitualità nel reato ritenuta dal giudice ai sensi dell'art. 103 cod. pen., non si realizza la condizione oggettiva richiesta dalla disposizione di legge quando la pluralità di delitti non colposi, accertati con unica o con distinte sentenze, sia unificata per effetto del riconoscimento della continuazione operato dal giudice in sede di cognizione. (In motivazione la Corte ha osservato che l'abitualità presuppone un impulso criminoso reiterato nel tempo che è incompatibile con l'unitaria deliberazione criminosa che caratterizza l'ipotesi del reato continuato).