Art. 216 – Codice civile – Fonti del regolamento della comunione
[Gli sposi possono stabilire patti speciali per la comunione; in mancanza di questi patti, si applicano le disposizioni relative alla comunione in generale.
In ogni caso si osservano le disposizioni seguenti.]
Le parole ricomprese fra parentesi quadre sono state abrogate.
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Massime correlate
Cass. civ. n. 12131/2025
In materia di appalti pubblici, i consorzi tra società cooperative di produzione e lavoro, costituiti ai sensi della l. n. 422 del 1909 e partecipanti alle procedure di affidamento, sono responsabili per le obbligazioni assunte dalle cooperative consorziate versi i terzi, poiché, ai sensi dell'art. 37 del d.lgs. n. 163 del 2006, l'offerta dei concorrenti associati o dei consorziati determina la loro responsabilità solidale nei confronti dell'Amministrazione, delle imprese subappaltanti e dei fornitori, salvo che si tratti di lavori scorporabili, in cui essa è limitata all'esecuzione dei lavori di rispettiva competenza, ferma restando la responsabilità solidale del consorzio mandatario o capogruppo. (Nella specie, la S.C. ha confermato la pronuncia impugnata, che aveva riconosciuto, ex art. 37 del d.lgs. n. 163 del 2006, la responsabilità solidale del consorzio, capogruppo di un'ATI, per il pagamento dei crediti del subappaltatore, indipendentemente dall'instaurazione di un rapporto contrattuale diretto, sorto solo con la consorziata assegnataria dei lavori).
Cass. civ. n. 735/2017
L'art. 2216 c.c. consente che nel libro giornale di una banca le operazioni della stessa specie possano essere indicate per sintesi giornaliera, con la conseguenza che il ridetto libro giornale non deve ritenersi integrato dal supporto informatico contenente ciascuna specifica operazione bancaria e che, pertanto, per quest'ultimo non deve pagarsi l'imposta di bollo prevista dall'art. 16, comma 1, lett. a), della tariffa allegata alla parte I del d.p.r. n. 642 del 1972.
Cass. civ. n. 14268/2017
Qualora il conduttore di un immobile, dopo avere intimato al locatore di riprenderne possesso, chieda ed ottenga dal giudice la nomina di un sequestratario ex art. 1216 c.c., il successivo accertamento dell’insussistenza di tale diritto comporta che il conduttore medesimo è tenuto sia al pagamento dei canoni fino alla scadenza del contratto, sia all'assunzione delle spese di custodia.
Cass. civ. n. 1337/2011
In tema di riconsegna dell'immobile locato, mentre l'adozione della complessa procedura di cui agli artt. 1216 e 1209, secondo comma, c.c., costituita dall'intimazione al creditore di ricevere la cosa nelle forme stabilite per gli atti giudiziari, rappresenta l'unico mezzo per la costituzione in mora del creditore per provocarne i relativi effetti (art. 1207 c.c.), l'adozione da parte del conduttore di altre modalità aventi valore di offerta reale non formale (art. 1220 c.c.) - purché serie, concrete e tempestive e sempreché non sussista un legittimo motivo di rifiuto da parte del locatore - pur non essendo sufficiente a costituire in mora il locatore, è tuttavia idonea ad evitare la mora del conduttore nell'obbligo di adempiere la prestazione (costituita, nel caso esaminato, dal pagamento di un'indennità per occupazione dell'immobile ex art. 1591 c.c.). (Principio affermato ai sensi dell'art. 360 bis, primo comma, c.p.c.).
Cass. civ. n. 15781/2006
I contratti di "colonia ad meliorandum" - che prevedono l'esecuzione di nuove piantagioni, qualora si riferiscano a terreni a cultura agrumicola, sono disciplinati, per le provincie siciliane, dal patto collettivo del 28 febbraio 1938, che stabilisce, per essi, la durata minima di ventinove anni, condizionandone peraltro la validità all'esistenza dell'atto scritto. Ne consegue che, qualora le parti abbiano redatto una scrittura prevedendo l'esecuzione di lavori di trasformazione dei terreni in agrumeto e la costituzione successiva di detta colonia mediante la stipula di regolare atto notarile, ove tale atto non sia stato posto in essere ma il rapporto tra esse sia proseguito per effetto della legislazione vincolistica e della mancata disdetta, detto rapporto può essere correttamente qualificato dal giudice di merito quale "colonia parziaria con clausola migliorataria" e non come "colonia ad meliorandum". (Rigetta, App. Catania, 2 luglio 2002).
Cass. civ. n. 7982/2004
È solo alla riconsegna dell'immobile al sequestratario nominato ai sensi dell'art. 1216 c.c. che conseguono effetti pienamente liberatori per il debitore (nel caso, conduttore), in capo al quale da tale momento non persistono pertanto obblighi comunque derivanti (nel caso, pagamento degli oneri accessori) dalla perdurante conduzione dell'immobile locato.
Cass. civ. n. 16234/2003
Nel contratto di colonia parziaria, come anche nella mezzadria, l'impresa di coltivazione del fondo viene esercitata in forma associativa dal concedente e dal concessionario (così che, mentre il primo conferisce il godimento del fondo e delle scorte, il secondo esegue i lavori di coltivazione secondo le direttive del concedente e le esigenze della produzione, con l'obbligo di mantenere il fondo stesso in uno stato di normale produttività), sicché l'aver eseguito i lavori di coltivazione rendendo produttivo il terreno originariamente incolto non costituisce miglioramento fondiario, ma adempimento di una specifica obbligazione gravante sul colono, mentre la colonia ad meliorandum si caratterizza per il possesso, anche solo materiale, del fondo per un periodo di almeno trent'anni e per l'apporto di migliorie con l'impianto di colture arboree o arbustive da parte del coltivatore.
Cass. civ. n. 1941/2003
L'esclusione, per effetto di una offerta non formale ex art. 1220 c.c., della mora del conduttore nella restituzione dell'immobile locato vale a preservarlo dalla responsabilità per il ritardo, e, quindi, ad escludere la sussistenza in capo allo stesso dell'obbligo di corrispondere al locatore, a titolo risarcitorio, il "maggior danno", ossia un compenso superiore al canone stabilito nel contratto ormai cessato, ma non esclude anche il pagamento del canone, senza che rilevi in contrario la circostanza che il conduttore eventualmente abbia smesso di usare l'immobile secondo la destinazione convenuta, potendo costui sottrarsi al pagamento solo attraverso la riconsegna dell'immobile al locatore o l'offerta formale dello stesso ai sensi dell'art. 1216 c.c., con il risultato di costituire in mora accipiendi il locatore e liberarsi definitivamente della sua obbligazione.
Cass. civ. n. 12020/2002
Qualora il conduttore, deducendo il proprio diritto alla risoluzione anticipata del rapporto, riconsegni l'immobile al locatore, il quale accetti la consegna con riserva, (nella specie: facendo mettere a verbale l'espressa riserva di mantenere ferme le domande di ripetizione di tutti i canoni non corrisposti), non è liberato ai sensi dell'art. 1216 c.c. dall'obbligo del pagamento dei canoni ancora maturati, e il successivo accertamento della insussistenza del diritto di recesso comporta che il conduttore medesimo è tenuto al pagamento dei cantoni fino alla scadenza del contratto.
Cass. civ. n. 9662/1993
In tema di costituzione in mora del creditore per la consegna di un immobile, qualora il destinatario di un intimazione priva della forma prescritta (art 1216 c.c.), una volta ricevuto l'atto, ne riconosce la finalità ed il fondamento, tale riconoscimento, comportando il raggiungimento dello scopo proprio dell'atto, concorre alla formazione di una fattispecie complessa capace di produrre gli stessi effetti dell'intimazione formale regolare, in forza del principio di conservazione degli atti giuridici.
Cass. civ. n. 7914/1991
La mancata istituzione del libretto colonico determina soltanto l'impossibilità di fare ricorso ai vantaggi di una prova agevole, economica, e sicura, ma non toglie ai soggetti del rapporto mezzadrile la facoltà di offrire, secondo i principi che regolano l'onere della prova, gli altri mezzi che essi ritengono idonei a dimostrare la fondatezza delle rispettive pretese derivanti dal rapporto mezzadrile.
Cass. civ. n. 444/1985
La colonia perpetua, che è un istituto consuetudinario di origine feudale, è caratterizzata dall'occupazione, da parte del colono, tollerata dal proprietario e protratta per un lungo periodo di tempo, di terreni abbandonati e incolti, nonché dall'obbligo, a carico del colono medesimo, del pagamento di un canone, normalmente in natura, al proprietario dei terreni. La costituzione della colonia perpetua non è più ammessa dall'entrata in vigore del codice del 1865, essendo stata da questo abolita, tuttavia essa è ancora configurabile con riguardo a rapporti preesistenti all'entrata in vigore di detto codice del 1865, dato il principio dell'irretroattività della legge, trovando disciplina nella L. 22 luglio 1966, n. 607 in relazione alla normativa dell'art. 13 per le prestazioni fondiarie perpetue.
Cass. civ. n. 2366/1977
Qualora il libretto colonico non sia stato tenuto, o sia stato tenuto irregolarmente — attesa la struttura associativa del rapporto e la finalità cui l'istituzione e la tenuta del libretto tendono — l'obbligo di rendere il conto non grava su una sola delle parti, ma tanto il concedente quanto il mezzadro sono tenuti al rendiconto in relazione alle situazioni giuridiche che si intendono accertare, con esclusione del ricorso al giuramento previsto dall'art. 265 c.p.c.
Cass. civ. n. 1339/1975
A norma dell'art. 2162 primo comma c.c., soltanto il mezzadro e non anche il concedente ha l'onere di proporre reclamo, nel corso dell'annata colonica entro novanta giorni dalla consegna del libretto colonico, contro le annotazioni eseguite dallo stesso concedente su tale libretto. Per contro, ad ambedue le parti del contratto di mezzadria spetta, alla chiusura annuale del conto colonico, la facoltà di impugnare le risultanze del conto medesimo per errori materiali, omissioni, falsità e duplicazione di partita, entro il termine di novanta giorni dalla consegna del libretto al mezzadro.